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Storie
1) L'antica via della pasta

1) L'antica via della pasta

“A ponente di Termini vi è l’abitato di Trabia, sito incantevole, ricco di acque perenni e mulini, con una bella pianura e vasti poderi nei quali si fabbricano itrìya in quantità tale da approvvigionare, oltre ai paesi della Calabria, quelli dei territori musulmani e cristiani, dove se ne spediscono consistenti carichi”, scriveva il geografo marocchino Al-Idrisi nel 1154 d.C.

La storia della pasta, dunque, riprende il suo cammino proprio a Casteldaccia, in quella che era chiamata la «via della pasta», in omaggio alla tradizione locale. Dopo secoli, il pastificio artigianale Donna Itriya, riporta in vita il miracolo di quella prima pasta, nata tra il mare e le colline abitate un tempo dai saraceni. Oggi come allora, una pasta fatta con grano 100% siciliano, impastata con acqua pura ed essiccata seguendo la più antica tradizione. Poteva mai nascere altrove la pasta, se non nel luogo con più esposizione alla luce di tutta Europa, l’isola in cui sole e clima sono unici al mondo e hanno favorito la coltivazione del grano fin dall’antichità? I tanti ruscelli perenni che scorrono tra Palermo e Cefalù erano poi quello che serviva per far muovere i molti mulini che servivano per macinare il grano.

Qui, il profumo della semola di grano duro siciliano si fondeva con l’inconfondibile essenza della salsedine della costa marittima e con l’inebriante sentore di mosto delle cantine storiche e proprio da lì i prodotti del nostro territorio giungevano al porto di Termini Imerese e prendevano la via delle Americhe, per i siciliani d’oltreoceano.

Grani Antichi di Sicilia

2) Il tonno rosso di Sicilia

2) Il tonno rosso di Sicilia

ll Thunnus thynnus (tonno rosso) è una delle specie più pregiate del Mediterraneo e la sua carne è molto ricercata. Un tempo era considerato il re del Mediterraneo, uno dei predatori al vertice della catena alimentare dei nostri mari, nonché preda più ambita per i pescatori d’altura.
Si caratterizza per il colore blu-nerastro sulle parti superiori (ecco sono noti anche con il nome Bluefin Tuna), grigiastro con macchie argentee sulle laterali, biancastro sulla regione inferiore. Le loro carni, dalle elevate caratteristiche nutritive, sono invece rosse per via del sistema dei vasi sanguigni particolarmente sviluppati nella pelle e nei muscoli laterali del tronco. Frequentano soprattutto le acque al largo e si avvicinano alle coste solo in determinati periodi, come avviene ad esempio durante la riproduzione. La temperatura elevata delle acque del Mediterraneo infatti sviluppa le ghiandole sessuali degli animali che, proprio in questo ambiente, durante il periodo estivo, depositano le loro uova.
Il tonno rosso può raggiungere dimensioni imponenti, superando i tre metri di lunghezza e i sei quintali di peso. Rispetto al corpo – fusiforme e molto robusto – la testa è grande e gli occhi piccoli, mentre il dorso scuro contrasta con la parte ventrale di color argento. Al di là della stazza, il tonno rosso o pinna blu (Thunnus thynnus) è un animale piuttosto sensibile, che mal sopporta l’inquinamento e le variazioni di salinità dell’acqua. Anche il ciclo riproduttivo risulta abbastanza delicato, con il raggiungimento della maturità sessuale che avviene solo dopo il terzo anno di età, quando gli esemplari sfiorano il metro di lunghezza e i 15 chili di peso.

È particolarmente apprezzato dagli chef di tutto il mondo e in particolare in Giappone dove, ogni anno, si consumano all’incirca tre quarti di tutto il pescato mondiale di questa specie, purtroppo in via di estinzione.

3) Una foresta di titani

3) Una foresta di titani

Nel cuore antico della Calabria, tra le montagne silenziose e i profumi resinosi dell’altopiano silano, esiste un luogo dove il tempo sembra essersi fermato: I Giganti della Sila. Un bosco incantato, dove imponenti pini larici secolari si innalzano verso il cielo come cattedrali verdi, custodi di storie antiche e di una natura potente e incontaminata.

Qui non si cammina semplicemente tra gli alberi. Qui si incontra la storia. Si ascolta il respiro lento della foresta. Si sente il battito della Terra.

Oltre 60 colossi verdi, alti fino a 45 metri, con tronchi che superano i due metri di diametro: sono i Giganti della Sila, piantati oltre 350 anni fa da mani pazienti – forse monaci cistercensi – e cresciuti nel silenzio di un bosco che ha visto passare secoli, guerre, e uomini.

Passeggiare tra questi alberi è un’esperienza che va oltre la vista: è una connessione con la terra, con le radici, con qualcosa di più grande di noi. Ogni passo sul sentiero è un atto di rispetto verso la natura e verso ciò che dura nel tempo.

4) Le strade del tonno

4) Le strade del tonno

Un turismo tematico dedicato alla pesca: nasce la Strada del Tonno rosso in Sicilia.

Percorsi che mettano in rete beni culturali e ambientali legati alle antiche tonnare, musei tematici, strutture ricettive, imprese ittiche, aziende itti-turistiche, del pesca turismo e del turismo nautico.

Presenti al momento due itinerari, uno nella Sicilia Occidentale comprendente il litorale trapanese e le isole Egadi e uno nella Sicilia Orientale riguardante il litorale siracusano.

Esplora gli itinerari al seguente link
https://stradetonnorossosicilia.it/

5) La valle del gigante

5) La valle del gigante

Un’area molto suggestiva che divide il Vesuvio dal Monte Somma. Il suo è un nome molto particolare e ci ricorda un gigante

Quando si arriva a Napoli, salta subito all’occhio il simbolo della città, la montagna che fa paura a molti, ma soprattutto ai napoletani. Quante eruzioni nel corso dei secoli hanno visto come protagonista la Grande Montagna. Si tratta del Vesuvio, affiancato dal Monte Somma. Questo monte si colloca nella parte settentrionale della grande montagna del Vesuvio. Si estende nei territori di vari comuni napoletani. Ci sono anche degli strati di lava, i quali evidenziano proprio quella intensa attività vulcanica. Ma, non è tutto, vi sono anche dei depositi ricavati da sedimenti marini.
L’evoluzione del Monte Somma si è svolta fino a un periodo che risale a ben 25.000 anni fa, quando una serie di eruzioni, nel corso del tempo, creò una sorta di collasso della struttura stessa. Da non dimenticare la grande e distruttiva eruzione, quella più famosa e conosciuta dalla storia, ossia quella che accadde nel lontano 79 d.C. la quale devastò completamente le città limitrofe di Ercolano, Oplontis, Pompei e Stabia.
La parte culminante del Monte Somma si chiama “Punta del Nasone”, la sua forma è proprio un naso e offre un bellissimo panorama osservato in tutta la sua bellezza dalla cima del Vesuvio. La Valle del Gigante si trova tra il Vesuvio e il Monte Somma e deve il suo nome proprio dal profilo di un gigante che appare in una posizione rilassata e distesa, ed è nominata proprio da quella “Punta del Nasone”
Una colata di lava interrompe il profilo della montagna, fino ad arrivare a città come San Sebastiano al Vesuvio e Massa di Somma. Un bellissimo sentiero permette inoltre di attraversare questa colata di lava, la quale ha una larghezza notevole, di ben 200 metri.

Il Monte Somma fa parte del Parco Nazionale del Vesuvio. Olivella, che si colloca nel comune di Santa Anastasia, ha una forma molto affascinante e che salta all’occhio, ossia quella di un anfiteatro naturale. Al suo culmine vi è lo sbocco della sorgente dell’Olivella. Poi vi è un arco in pietra il quale fa parte proprio di quell’acquedotto voluto dal grande Ferdinando di Borbone, il suo importante scopo era proprio quello di condurre il flusso delle acque fino alla città di Napoli.

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